lunedì 29 dicembre 2008

Come rendere le ancorette dei vostri artificiali antialga

Prima di cominciare a spiegarvi passo a passo come fare ci tengo a precisare che i vostri artificiali, una volta assettati con questa "montatura" anti-incaglio, non diventeranno immuni al 100% da alghe, rami e altri ostacoli sommersi, però posso assicurarvi che le possibilità di perdere un'esca sul bordo esterno di un canneto o all'interno di erbai sommersi si ridurranno notevolmente. Più sarete precisi e minuziosi, più i vostri antialga saranno efficaci e prestanti.
Allora, ciò che ci serve sono: un tubetto di silicone con un diametro un po' maggiore rispetto allo spessore delle ancorette su cui dobbiamo montare l'antialga (considerate che il tubicino deve bloccare sull'ancorina del filo abbastanza spesso), uno spezzone di filo dello 0,50-0,60 mm e una forbice.
Ora prendete il tubicino di silicone e tagliatene tre piccoli pezzetti (da 4-5 mm l'uno). Prendetene uno ed inseritelo da un capo del filo facendolo scorrere per 1 o 2 cm, a questo punto bloccate il tutto inserendolo su uno dei tre ami (consiglio di iniziare da quello il cui gambo è parallelo all'occhiello) dell'ancorina scelta facendo attenzione a far rimanere il filo sulla parte esterna dell'amo e facendo uscire la punta di quest'ultimo per circa 2 mm dalla fine del tubicino. Passare l'estremità libera del filo attraverso l'occhiello dell'ancorina (state attenti a non farlo passare anche attraverso l'anellino d'acciaio che la collega al corpo dell'artificiale) e fate come per il primo amo con uno dei due restanti a scelta (è indifferente qui), solo che una volta bloccato tutto dovrete tirare il filo fino a che tra i due ami si formi una specie di parabola*. Con il filo recuperato precedentemente fate due o tre giri attorno al fusto dell'intera ancorina per poi ripassarlo attraverso l'occhiello e quindi concludere con il bloccaggio sull'ultimo amo come per i precedenti tirando un po' il filo per andare a formare su quello un ramo di parabola*(vedi la sequenza di foto qui sotto). Ecco qua...la vostra ancorina così è diventata anti-incaglio.








*ATTENZIONE: non dovete tendere troppo il filo, ma nemmeno lasciarlo troppo "morbido". Insomma, dovete trovare il giusto equilibrio...sembra qualcosa di filosoficheggiante, e anzi lo è, ma sta di fatto che quello bisogna fare...;-)

mercoledì 19 novembre 2008

Spinning all'estero: i pesci più avvincenti e belli

Il Rio delle Amazzoni è ricco di pesci strani e molto grossi, ma di certo i più belli sono il peacock bass (a sinistra), dalla coloratissima ed appariscente livrea, che può superare i 5 kg e si rivela in ogni occasione forte avversario, anche quando si ha a che fare con esemplari di piccola taglia, ed il tiger catfish il più affascinante delle decine di specie di catfish presenti nel Rio (si possono fare incontri con esemplari che superano i 10 kg di peso!). Rimaniamo in America ma spostiamoci più a nord lungo le coste della Florida, dove ci attende il grande tarpon (foto a sinistra), pesce la cui taglia media si aggira intorno ai 50 kg e che può raggiungere i 100 per 2,40 m di lunghezza massima! Un colosso dalla potenza mostruosa che vi saprà dare un bel po' di filo da torcere...un'avvertenza: il tarpon ha un palato molto duro, quindi è necessario ferrare con molta forza (si trova anche lungo le coste del mare delle Antille). Andiamo ora alle Hawaii dove, nel bel mezzo belle barriere coralline, possiamo incontrare il sogno degli anglers dello spinning, il GT Trevally, grosso carangide che può arrivare a superare i 30 kg di peso. La lotta con questo pesce non dura molto, come accade invece quando si ha a che fare con i tarpon, ma è decisamente intensa, al limite della sopportazione dell'attrezzatura (si trovano comunque in tutto l'oceano Pacifico e anche in quello Indiano). Continuiamo a spostarci verso est fino ad arrivare nel Sud-Est Asiatico, nei cui grandi fiumi vive forse il più aggressivo tra i predatori d'acqua dolce, e cioè lo snakehead, un pesce dall'aspetto preistorico di cui esistono varie specie, alcune delle quali sono presenti anche in Nord America. La sua taglia massima è 30 kg (non è il caso dell'esemplare in foto qui a destra che appartiene invece ad una specie che raramente supera i 5 kg). Se siete interessati cercando in internet si trovano facilmente spedizioni di gruppo programmate ed organizzatissime. Incontrare questi predatori dal vivo è molto costoso in termini economici, ma hanno forse un prezzo i sogni?...a voi l'ardua sentenza;-)

Spinning in mare

Molti sono i predatori marini dei nostri mari che si possono insidiare a spinning, ma quelli verso i quali vorrei far rivolgere maggiormente la vostra attenzione sono tre: la spigola (branzino o sea bass), il barracuda ed il pesce serra.
La spigola, presente abbastanza uniformemente lungo tutte le coste italiane, è l'equivalente del black bass per chi pratica lo spinning in mare. Per le esche da utilizzare: minnows in versione da mare, con ancorette stagnate, sia affondanti (sinking) che galleggianti (floating) di dimensioni comprese tra i 7 ed i 10 cm. [pesca estiva ed invernale]
Il barracuda, pesce tipico dei mari caldi e tropicali, ormai da anni è presente numeroso nelle acque del mediterraneo ed in particolar modo lungo le coste della Sardegna. Considerate che questo è un pesce che può superare i 20 kg, quindi non siate restii ad usare grossi minnows. Micidiali risultano tra la schiuma delle onde nell'immediato sottocosta grosse esche di superficie quali poppers o minnows skitter walk. [pesca estiva]
Ed in fine il pesce serra che, presente in abbondanza nell'Adriatico settentrionale, come il branzino per la caccia preferisce le ore che vanno dal tramonto all'alba. Per questo predatore consiglio esche di superficie che fatte saltellare, sbandare, ecc. risultano infallibili. [pesca estiva]

mercoledì 12 novembre 2008

Strani incontri a spinning...

Dovete sapere che pescando con piccoli minnows (3-5 cm) a bass c'è la possibilità di incappare in qualche grosso pesce che nessuno mai si immaginerebbe di allamare a spinning, visto che solitamente lo si insidia pescando a carpfishing (altro tipo di pesca quest'ultima che può riservare grosse sorpre: può capitare infatti a volte di ritrovarsi in canna siluri di notevoli dimensioni). Sto parlando dell'Amur, Cavedano Olandese o Temolo Russo, un pesce della famiglia dei ciprinidi proveniente dai grandi fiumi dell'Est Europa, introdotto in Italia poichè, nutrendosi prevalentemente di alghe (per questo viene anche chiamato "carpa erbivora"),mantiene puliti i fondali dei canali e delle cave. Può raggiungere ed anche superare, in casi eccezzionali, i 20 kg di peso ed è un vero osso duro...

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* una mia cattura a carpfishing della scorsa primavera di 4,60 kg